Pianta perenne con rizoma carnoso, rarissima ed endemica dei Monti Nebrodi. Il genere Petagnia è l’unico genere monospecifico presente in Sicilia. La Petàgnia saniculaefolia può essere considerata una specie relitta dell’antica flora terziaria che, decine di milioni d’anni fa, popolava la zona, assieme a magnolie, allori, grandi felci, bossi, tassi, agrifogli di maestose proporzioni. Il fusto si presenta eretto, alto 15-45 cm, striato, nudo o foglioso. Le foglie basali lungamente picciolate, lobate a contorno pentagonale e margine inciso-dentato. I fiori sono 3 o più, di cui 1 mediano sessile, femminile o ermafrodito, gli altri maschili in numero di 3-4, saldati inferiormente per 1/2 – 2/3 all’ovario del fiore centrale. Nel periodo primaverile dal rizoma si diparte uno stelo, con foglie peduncolate, anche a volte ramificato, sulle cui cime si forma l’infiorescenza con fiori bianchi; ed è proprio nel periodo primaverile – maggio e giugno che la pianta, pur non spiccando maggiormente rispetto alle altre, diviene più vistosa e più facilmente individuabile. Praticamente assenti sono i tessuti meccanici, per cui la rigidità della pianta è dovuta quasi esclusivamente al turgore cellulare; fatto questo che trova conferma nel rapido appassimento della pianta una volta staccata dal substrato e allontanata dal suo ambiente naturale.
HABITAT
Si localizza in stazioni boschive fresche, presso sorgenti e ruscelli, tra 400 e 800 m di quota. Vegeta lussureggiante in costante contatto, anche indiretto, con l’acqua, nel sottobosco dominato da querce (Quercus pubescens) e noccioli (Corylus avellana). La specie presenta i rizomi immersi nell’acqua e fissati a un substrato melmoso su cui si impiantano spessi feltri di Muschi, fra cui dominano diverse specie autoctone.
La principale stazione si trova a sud-ovest del paese di Tortorici presso le rive del Torrente Calagna che corre in diversi incavi torrentizi (T. Sceti, T. Natoli) che solcano venando i ricchi fianchi del Pizzo di Sceti (m 970), Portella Calcatizzo (m 892) e Pizzo di Ucina (m 1282).
ETIMOLOGIA
Il Gussone primo a denominare il genere dedicò la pianta al botanico, medico ed entomologo napoletano Vincenzo Petagna latinizzando il nome in Petàgnia. Mentre Il termine saniculaefolia, assegnato alla specie, farebbe riferimento alla forma delle foglie, simili a quelle della Sanicula europaea.
Secondo la leggenda, invece, l’origine del nome potrebbe derivare da un riferimento a San Nicola, in ragione di virtù medicamentose che le venivano riconosciute, pur senza validi supporti scientifici. Alcuni, in modo probabilmente azzardato, mettono in relazione quanto asserito con l’edificazione della chiesa in Tortorici, in Piazza Principe di Napoli, dedicata a San Nicola. Sicuramente più credibile e più attendibile è che la nomenclatura della pianta deriva dall’etimo latino “sanus”, il quale significa sano, sanare, guarire. Identica cosa si può far valere per la Sanicula europea L., con la differenza che mentre di quest’ultima si conoscono gli effetti farmacologici, della Petàgnia saniculaefolia Guss. le proprietà curative sono del tutto sconosciute alla scienza.
(Ulteriori approfondimenti si possono trovare sul sito http://www.ambientediritto.it/Petagnia/petagnia.htm da cui sono state tratte le notizie sintetiche sopra riportate)
Nel periodo invernale la pianta si nota pochissimo essendo presenti solo le foglie, che si dipartono pedicellate direttamente dalla radice rizomatosa, quasi livellate sul terreno, mimetizzandosi e comprimendosi con esso. Dal punto di vista filogenetico la Petàgnia saniculaefolia costituisce un taxon molto isolato che ha qualche affinità solo con alcune specie del genere Sanicula L. dell’Asia centro-orientale e del Nord America, appartenenti alla sez. Pseudopetagnia ed Eusanicula (nota 8).Uno studio comparativo è possibile con Sanicula europaea L.,specie affine, quasi onnipresente nelle stazioni dove vegeta la P. saniculaefolia, addirittura in alcuni casi, così prosperosa e rigogliosa da apparire pressoché infestante.Le due specie morfologicamente sono molto simili sia per il rizoma che per le foglie e gli scapi, per tale ragione spesso alla Petàgnia saniculaefolia Guss. volgarmente viene attribuito il nome di “Falsasanicola”. Tuttavia la distinzione tra Sanicula europea e P. saniculaefolia è netta sia per la struttura anatomica sia per l’infiorescenza e il frutto.Le due specie sono inoltre nettamente differenziate nelle esigenze ecologiche, limitate ad ambienti freschi e ricchi di acqua per la Petagnia, molto più ampie per la S. europaea.
TABELLA VINCOLI ATTUALI DELLA COSTITUENDA
RISERVA NATURALE INTEGRALE CALAGNI
DENOMINAZIONE: Riserva naturale VALLONE CALAGNA
PROVINCIA: Messina.
COMUNE: Tortorici.
RIFERIMENTO CARTOGRAFICO: I.G.M.I. scala 1:25.000 F. 252 II S.O.
QUOTA: M 600-700.
DESCRIZIONE: Corso d’acqua che scende dalla sorgente Padirà poco prima della confluenza con il corso principale del Torrente Calagna; a circa m 640 di quota si trova Petàgnia saniculaefolia Guss., specie relitta dall’antica flora terziaria, raro monospecifico endemico.
PERICOLI: La sorgente ed i corsi d’acqua attraversano una zona modestamente coltivata; ma basterebbe una canalizzazione per fini irrigui o captazione per acquedotto o potenziamento dell’attuale per distruggere irreparabilmente l’habitat della Petàgnia saniculaefolia. Altri problemi per la conservazione della specie sono rappresentati dal possibile taglio degli alberi presso cui cresce, dallo scarico di rifiuti, nonché dalla utilizzazione di prodotti chimici (antiparassitari, diserbanti, pesticidi ecc.);
PRESENZE ARCHITETTONICHE: Piccolo e caratteristico borgo rurale di Padirà (che attualmente si trova in forte stato di abbandono); Ruderi di un vecchio mulino ad acqua.
CATEGORIA DI CLASSIFICAZIONE: Riserva Naturale Integrale.
ESTENSIONE DELL’AREA DI RISERVA: Ha 24,906.
ESTENSIONE DELL’AREA DI PRERISERVA: Ha 10,813.
TOTALE DELL’AREA PROTETTA: Ha 35,719.
REGIME GIURIDICO DI PROTEZIONE DELLA COSTITUENDA RISERVA: L.R.S. 98\81 ex art.7.
ATTUALE REGIME GIURIDICO DI PROTEZIONE: Convenzione di Berna; Legge regione Sicilia 98/81 e succ. mod.; Direttiva CEE 92/43; Decreto Presidente della Repubblica n. 357/1997.
CONTROLLI E TUTELA PROVVISORIA: (Solo sulla carta) Corpo Forestale.